Imposta sostitutiva sulle mance – chiarimenti Agenzia

Con la CM 26/E del 29/08/2023 l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti interpretativi sull’imposta sostitutiva del 5% applicabile alle mance percepite dai lavoratori – del settore privato – delle strutture ricettive e degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, di cui all’articolo 5 della L. 287/91, introdotta dall’art. 1 commi da 58 a 62 della L. 197/2022 (legge di bilancio 2023).

Nel dettaglio, il comma 58 stabilisce che:
• le somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità, anche attraverso mezzi di pagamento elettronici, riversate ai lavoratori, costituiscono redditi di lavoro dipendente e sono soggette a un’imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle relative addizionali pari al 5% (regime naturale, salvo rinuncia da parte del lavoratore), entro il limite del 25% del reddito percepito nell’anno per le relative prestazioni di lavoro. I suddetti lavoratori (del settore privato), ai fini dell’accesso all’agevolazione in esame, devono essere in possesso di un reddito di lavoro dipendente non superiore a € 50.000
• le mance in trattazione, assoggettate a imposta sostitutiva, sono escluse dalla retribuzione imponibile ai fini del calcolo dei contributi di previdenza e assistenza sociale e dei premi INAIL; non sono computate ai fini del calcolo del TFR.

Requisito reddituale: in merito al limite di € 50.000, considerato che il comma 62 fa riferimento ai titolari di «reddito di lavoro dipendente», l’Agenzia chiarisce che ai fini del calcolo del limite devono essere inclusi tutti i redditi di lavoro dipendente conseguiti dal lavoratore, compresi quelli derivanti da attività lavorativa diversa da quella svolta nel settore turistico-alberghiero e della ristorazione.

Si precisa che il predetto limite reddituale di euro 50.000 è riferito al periodo d’imposta precedente a quello di percezione delle mance da assoggettare a imposta sostitutiva, così come specificato nella relazione tecnica alla legge di bilancio 2023.

Al riguardo, è opportuno ricordare che, ai sensi dell’art. 51, co. 1, TUIR, si considerano percepiti nel periodo d’imposta anche le somme/i valori corrisposti entro il 12 gennaio del periodo d’imposta successivo a quello a cui si riferiscono (c.d. “principio di cassa allargato”).

Limite del 25% del reddito: le mance elargite dai clienti ai lavoratori a mero titolo di liberalità (anche attraverso l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici) sono soggette, a opera del sostituto d’imposta, alla tassazione sostitutiva entro il limite del 25% del reddito percepito nell’anno per le relative prestazioni di lavoro.

La base di calcolo cui applicare il 25% è costituita dalla somma di tutti i redditi di lavoro dipendente percepiti nell’anno per le prestazioni di lavoro rese nel settore turistico-alberghiero e della ristorazione, ivi comprese le mance, anche se derivanti da rapporti di lavoro intercorsi con datori di lavoro diversi.
Il limite annuale del 25% del reddito percepito nell’anno per il lavoro nel settore turistico, alberghiero e della ristorazione è un’esenzione: ove fosse superato, solo l’eccesso andrà tassato in via ordinaria.

Adempimenti: l’Agenzia affronta, infine, gli obblighi del datore di lavoro e del lavoratore.
Prima di tutto, viene ricordato che la tassa sostitutiva è applicata dal sostituto di imposta, cioè il datore di lavoro, il quale la versa utilizzando i codici fiscali specificati con la RM n. 16/2023.

Sotto il profilo operativo, il sostituto d’imposta, se è stato l’unico datore di lavoro ad aver rilasciato la CU dei redditi per l’anno precedente, applica direttamente l’imposta sostitutiva. In caso contrario, l’applicazione dell’imposta sostitutiva avverrà a condizione che il lavoratore attesti per iscritto l’importo del reddito di lavoro dipendente conseguito nel medesimo anno precedente.

Il lavoratore è obbligato a comunicare al sostituto di imposta:
• se non ha diritto a beneficiare del regime sostitutivo (se ha conseguito redditi da lavoro dipendente superiori a € 50.000 da diversi datori di lavoro);
• l’ammontare del reddito percepito per il lavoro svolto nel settore turistico, alberghiero e della ristorazione da altri datori di lavoro e delle mance tassate come tassa sostitutiva da questi, per rispettare il limite annuale delle mance ridotte
• la rinuncia al regime sostitutivo, se applicabile.

Codici tributo: per il versamento sono utilizzati i seguenti codici tributo (esposti nella sezione “Erario”, riportando, quale “Mese di riferimento”, quello in cui il sostituto d’imposta effettua la trattenuta):
• “1067” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità – art. 1, commi da 58 a 62, legge 29 dicembre 2022, n. 197”
• “1605” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità maturate in Sicilia e versata fuori regione – art. 1, co. da 58 a 62, legge 29 dicembre 2022, n. 197”
• “1917” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità maturate in Sardegna e versata fuori regione – art. 1, co. da 58 a 62, legge 29 dicembre 2022, n. 197”
• “1918” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità maturate in Valle d’Aosta e versata fuori regione – art. 1, co. da 58 a 62, legge 29 dicembre 2022, n. 197”
• “1306” denominato “Imposta sostitutiva dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali sulle somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità versata in Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta e maturate fuori dalla regione in cui è effettuato il versamento – art. 1, co. da 58 a 62, legge 29 dicembre 2022, n. 197”.

Infine, la Circolare fornisce chiarimenti sul “trattamento integrativo speciale” per il periodo dal 1° giugno 2023 al 21 settembre 2023 previsto a favore dei lavoratori nel settore turistico, dell’accoglienza e delle terme dall’art. 39-bis del DL 48/2023.

730/2023 – le nuove aliquote e le detrazioni per lavoro dipendente

Nel modello 730/2023, ai fini del calcolo dell’imposta dovuta o a credito, bisogna tener conto delle nuove regole di determinazione dell’IRPEF.

Con l’integrale sostituzione dell’art. 11, c. 1, TUIR, la Legge di bilancio 2022 ha disposto:
• con effetto a partire dal 01/01/2022;
• la “rimodulazione” degli scaglioni delle aliquote IRPEF.

Di seguito si pongono a confronto le aliquote IRPEF applicabili fino al 31/12/2021 con quelle applicabili a partire dal 01/01/2022.

La Legge di bilancio 2022 interviene, inoltre, sull’ammontare delle detrazioni riconosciute in funzione del tipo di reddito prodotto e dell’entità del reddito complessivo (articolo 13, Tuir).

Le modifiche sono riassunte nelle seguente tabelle di sintesi.

Redditi di pensione
La detrazione va rapportata al periodo di pensione nell’anno. Lo stesso importo spetta anche quando alla formazione del reddito complessivo concorrono redditi derivanti da assegni periodici, tranne quelli destinati al mantenimento dei figli, corrisposti dall’ex coniuge in conseguenza di separazione, scioglimento o annullamento del matrimonio o di cessazione dei suoi effetti civili; in questo caso, però, senza rapporto ad alcun periodo dell’anno.

Redditi di lavoro autonomo e altri redditi
La detrazione spetta, senza rapporto ad alcun periodo dell’anno, se alla formazione del reddito complessivo concorrono uno o più redditi di lavoro autonomo (articolo 53), redditi di impresa minore (articolo 66), redditi derivanti da attività commerciali o di lavoro autonomo non esercitate abitualmente o dalla assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere (articolo 67, comma 1, lettere i) e l) ovvero i restanti redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente, diversi da quelli per i quali spetta la stessa detrazione riconosciuta per redditi di lavoro dipendente (articolo 50, comma 1, lettere e), f), g), h) e i):
• compensi per l’attività libero professionale intramuraria del personale sanitario (intra moenia)
• indennità, gettoni di presenza e altri compensi per l’esercizio di pubbliche funzioni, compensi corrisposti ai membri delle commissioni tributarie e agli esperti del tribunale di sorveglianza
• indennità percepite dai membri del Parlamento nazionale e del Parlamento europeo, indennità per cariche elettive e conseguenti assegni vitalizi, assegno del presidente della Repubblica
• rendite vitalizie e rendite a tempo determinato, costituite a titolo oneroso, diverse da quelle aventi funzione previdenziale
• altri assegni periodici alla cui produzione non concorrono attualmente né capitale né lavoro.

Fringe benefit: interamente tassati se si supera il limite di 600 euro

Con la CM 35/E del 04/11/2022, l’Agenzia delle Entrate ha fornito i chiarimenti sull’art. 12 del DL 115/2022 (cd. decretoAiuti-bis“), che ha modificato i “criteri” di tassazione dei fringe benefit per l’anno 2022.

La citata disposizione prevede che “in deroga a quanto previsto dall’articolo 51, comma 3, del testo unico delle imposte sui redditi (…), non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 600,00”.

In relazione a tale disposizione, viene chiarito che:
• la disciplina applicabile è quella dell’art. 51, co. 3, TUIR • la deroga a tale comma, introdotta dalla disposizione in parola, riguarda esclusivamente il limite massimo di esenzione (aumentato a €. 600) e le tipologie di fringe benefit concessi al lavoratore, senza alcuna modifica al funzionamento del regime di tassazione in caso di superamento dei limiti di non concorrenza stabiliti dalla norma • ne deriva, che, come chiarito dalla relazione illustrativa al DL 115/2022, nel caso in cui:
◦ in sede di conguaglio, il valore dei beni/servizi prestati, o le somme erogate/rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale;
risultino superiori al nuovo limite, il datore di lavoro deve assoggettare a tassazione l’intero importo corrisposto, cioè anche la quota di valore inferiore al medesimo limite di €. 600.

Viene inoltre chiarito che:
• ai sensi dell’art. 51, co. 1, TUIR, si considerano percepiti nel periodo d’imposta anche le somme e i valori corrisposti entro il 12 gennaio del periodo d’imposta successivo a quello a cui si riferiscono (cd. “principio di cassa allargato“) • quanto all’ambito applicativo della disposizione, prevista per il solo 2022, l’Agenzia afferma che si applica (come previsto dall’art. 51, co. 3, TUIR) ai titolari di redditi di lavoro dipendente e di redditi a questi assimilati (co.co.co., ecc.), per i quali il reddito è determinato secondo l’art. 51 del TUIR; inoltre, i fringe benefit in esame possono essere corrisposti dal datore di lavoro anche ad personam;
• ai sensi del medesimo co. 3 dell’art. 51, TUIR, rientrano nella nozione di reddito di lavoro dipendente anche i beni/servizi prestati al coniuge del lavoratore o ai familiari indicati nell’art. 12 del TUIR, nonché i beni e i servizi per i quali venga attribuito il diritto di ottenerli da terzi.

Spetta al datore di lavoro acquisire e conservare, per eventuali controlli, la documentazione per giustificare la somma spesa e la sua inclusione nel limite di cui all’art. 51, co. 3, del Tuir. Il documento di prassi chiarisce, inoltre, che il datore di lavoro può acquisire una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con la quale il lavoratore richiedente attesti di essere in possesso della documentazione comprovante il pagamento delle utenze domestiche e che le medesime fatture non siano già state oggetto di richiesta di rimborso, totale o parziale, presso altri datori di lavoro.

Rapporto con “bonus carburante”
La citata agevolazione costituisce ulteriore ed autonoma agevolazione rispetto al bonus carburante di cui all’art. 2 del DL n. 21/2022.

Al riguardo, l’Agenzia precisa che, al fine di fruire dell’esenzione da imposizione, i beni e i servizi erogati nel periodo d’imposta 2022 dal datore di lavoro a favore di ciascun lavoratore dipendente possono raggiungere un valore di €. 200 per uno/più buoni benzina e un valore di €. 600 per l’insieme degli altri beni e servizi (compresi eventuali ulteriori buoni benzina) nonché per le somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale.

L’eventuale superamento delle soglie massime previste per il bonus carburante (€. 200) comporta la tassazione ordinaria dell’intero importo erogato, in base della regola generale dell’art. 51, co. 3, del Tuir.
Ciò anche qualora il lavoratore dipendente abbia scelto la sostituzione dei premi di risultato con il bonus in parola e/o con i fringe benefit. L’espressione “sarà soggetto al prelievo sostitutivo previsto per i premi di risultato”, riportata nella CM 27/2022, deve ritenersi superata, nel senso che, in luogo del prelievo sostitutivo (del 10%), troverà applicazione la tassazione ordinaria.

In altri termini, anche nell’ambito dei premi di risultato, qualora il valore dei beni ceduti (ivi inclusi quelli relativi al bonus carburante), dei servizi prestati e delle somme erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, sia di importo superiore ai rispettivi e autonomi limiti fissati dalle due norme in commento (€. 600 per il regime temporaneo dell’art. 51, co. 3, del Tuir e/o €. 200 per il bonus carburante), ciascun valore, per l’intero, sarà soggetto a tassazione ordinaria.