Dopo le tante segnalazioni di questi giorni, sulle lettere di compliance relative alle discrasie tra incassi e corrispettivi telematici l’Agenzia delle Entrate fa un passo indietro. Con un comunicato stampa diffuso nel pomeriggio di ieri, infatti, ha fatto sapere che, effettivamente, alcuni di quegli avvisi di anomalia erano basati su dati sbagliati e che, dunque, nei prossimi giorni arriverà ai contribuenti coinvolti una nuova comunicazione di annullamento delle lettere inviate in precedenza.
Gli errori, però, non sarebbero imputabili all’Agenzia. Il comunicato chiarisce che a inviare i dati sbagliati sarebbero stati gli operatori finanziari, obbligati per legge alla trasmissione dei dati relativi ai pagamenti elettronici (POS). Né l’Agenzia avrebbe potuto accorgersene prima di inviare le lettere di compliance, perché, spiega, si tratta di “informazioni trasmesse in forma giornaliera e aggregata, non rilevabile neppure dalle attività di verifica della qualità delle banche dati”.
La verifica, dunque, è partita solo dopo le segnalazioni di contribuenti e intermediari (c’è stata anche un’interlocuzione con il CNDCDC sul tema) che, in alcuni casi, hanno denunciato l’inserimento di dati duplicati o addirittura triplicati rispetto a quelli effettivi. “L’Agenzia – continua la nota – si è immediatamente attivata con gli stessi operatori finanziari per individuare nel dettaglio gli errori da loro commessi e nei prossimi giorni invierà ai contribuenti coinvolti una comunicazione di annullamento delle lettere di compliance che riportano dati sbagliati”.
Per tutte le partite IVA che ritengono di aver ricevuto tali avvisi errati, quindi, non ci sarà da far altro che aspettare la lettera di annullamento da parte delle Entrate. Per tutti gli altri, invece, rimane fermo l’invito alla regolarizzazione per il tramite del ravvedimento operoso, seguendo le indicazioni contenute nelle stesse lettere di compliance.
Intanto, però, almeno per ciò che riguarda il “disorientamento ingenerato nei contribuenti” e l’“aggravio di lavoro per i commercialisti”, il danno è stato già fatto. “Non sappiamo – ha commentato il Presidente dell’ANC, Marco Cuchel, tramite una nota stampa – se l’errore di fondo sia attribuibile agli istituti di credito e agli altri intermediari finanziari oppure all’Agenzia delle Entrate, certo è che la situazione è oramai insostenibile”.
“Questa estate – continua –, alla notizia dell’avvio da parte dell’Agenzia di controlli incrociati automatizzati contro l’evasione avevamo espresso forte preoccupazione nei riguardi di controlli basati esclusivamente su algoritmi senza un’analisi preventiva accurata dei dati ai fini dell’attività accertativa. Se ciò che accade oggi è il prezzo della sperimentazione del nuovo sistema di controlli da parte dell’Amministrazione finanziaria, questo costo non può essere scaricato su cittadini, imprese e professionisti”.
Secondo l’ADC, l’invio continuo questi avvisi di irregolarità porta “un ulteriore inutile appesantimento per i professionisti (abbondantemente costretti alla continua rincorsa di scadenze e adempimenti) e, anziché rafforzare il rapporto di fiducia tra Agenzia, cittadini e imprese, finiscono per renderlo ancora meno stabile sin dalle fondamenta”.
Tanto più, aggiunge l’associazione guidata da Maria Pia Nucera, se si considera che “l’operato dell’Agenzia risulta in aperta contraddizione con il principio, declamato e inserito nella legge delega di riforma fiscale, della semplificazione”. Entrambi i comunicati diffusi dai due sindacati di categoria si concludo con un appello al Governo e alla politica in generale, affinché abbiano più coraggio sull’eliminazione degli adempimenti inutili e si attivino sin da subito per scongiurare il “rischio di implosione di un sistema ormai fuori controllo”.