Il Bilancio di Sostenibilità (cd. “ESG”) è un documento che:
▪️ a differenzia dal bilancio d’esercizio, che fornisce una rappresentazione della situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società ed è rivolto a chiunque vi abbia interesse
▪️ contiene delle valutazioni in merito all’impatto economico, ambientale e sociale dell’azienda (informazioni “non finanziarie”) ed è principalmente rivolto agli “stakeholder”
Libro verde della Commissione UE: il Bilancio di Sostenibilità costituisce “l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
Redazione del documento con le informazioni ESG prende oggi diversi nomi che creano confusione,
ma che nella sostanza identificano lo stesso oggetto. Inizialmente, le informazioni sulla sostenibilità sono state riportate nel c.d. “bilancio di sostenibilità”.
La normativa comunitaria per identificare il documento che le imprese devono produrre con indicazione dei temi ESG ha introdotto dapprima:
▪️ la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF)
▪️ e successivamente, con l’emanazione della CSRD, il Rendiconto aziendale di sostenibilità.
In ogni caso, a prescindere dalla terminologia utilizzata, l’obiettivo del bilancio di sostenibilità (o ESG o Sustainability Report) è di riportare le informazioni sugli aspetti extra-finanziari connessi con le politiche di sostenibilità.
Così come per il bilancio d’esercizio, anche per la Reportistica di sostenibilità vi sono standard di riferimento da applicare al fine di utilizzare un linguaggio comune e rendere comparabili i documenti.
Nella redazione del bilancio ESG è necessario operare delle scelte con riferimento almeno ai seguenti aspetti:
1) la definizione degli stakeholders di riferimento;
2) l’identificazione dei temi materiali;
3) la determinazione del perimetro della rendicontazione.
Sulla base delle scelte inerenti agli aspetti individuati si definiscono:
▪️ l’ampiezza
▪️ e la profondità
del Sustainability Report e se ne determina la capacità a rappresentare un utile strumento di valutazione del management improntato alla sostenibilità.
Anche se non obbligatorio, il Bilancio di Sostenibilità è, spesso, un criterio di selezione da parte di investitori, banche e soggetti della filiera.
DEFINIZIONE DEGLI STAKEHOLDERS |
L’identificazione degli stakeholders rappresenta nel sistema del Report di sostenibilità un passaggio preliminare rivolto a definire verso chi si intende rivolgere la comunicazione.
Negli standard del GRI si fa riferimento al fatto che il documento deve essere utile a “tutti” gli stakeholders (i cd. “portatori di interessi”), tra cui, principalmente:
▪️ azionisti
▪️ finanziatori
▪️ fornitori e clienti (inclusi i consumatori finali)
▪️ PP.AA (comunità locali, istituzioni, centri di ricerca, ecc.)
al fine di comprendere le condizioni di sostenibilità
✓ economica
✓ ambientale
✓ e sociale.
Con detta formulazione si stabilisce che il report di sostenibilità è orientato a fornire informazioni utili a molti soggetti, pur nella consapevolezza che ciascuno di essi, se da un lato, direttamente o indirettamente, influenza positivamente o negativamente l’operato dell’azienda, dall’altro, depone determinate e specifiche aspettative in relazione al suo operato.
Definendo:
✓ quali sono questi soggetti
✓ e quali sono le reciproche aspettative
l’azienda è in grado di identificare quali aspetti sono maggiormente da monitorare (e dunque, a monte, da inserire nei processi manageriali di pianificazione e azione coerente).
L’analisi degli stakeholders può avvenire considerando la cd. “matrice legittimità-potere-urgenza”, che permette di delineare alcuni gruppi di soggetti il cui rapporto con l’azienda è da intendersi in chiave prioritaria rispetto ad altri.
IDENTIFICAZIONE DEI TEMI MATERIALI |
La “materialità” (o “significatività”) è un tema di grande importanza nell’ambito dell’informativa (sia finanziaria ed extra-finanziaria).
Le informazioni materiali sono quelle fornite in misura necessaria alla comprensione dell’andamento dell’impresa, dei suoi risultati, della sua situazione e dell’impatto della sua attività.
La “materialità” delle informazioni può essere analizzata sotto due prospettive:
a) l’impact materiality (impatto ambientale o sociale), che assume come primario l’interesse per gli influssi che l’attività di impresa ha sulle persone, sull’ambiente e sulla società; questa prospettiva la materialità è rivolta a soddisfare le istanze di conoscenza di diversi stakeholder;
b) la financial materiality, che pone l’attenzione sui rischi e sulle opportunità che gli aspetti ambientali, sociali e di governance possono avere sulla performance finanziaria delle imprese al fine di apprezzare come tali aspetti incidano in definitiva sul valore d’impresa.
Si parla dunque di “doppia materialità”, intendendo un approccio da tenere nella valutazione che
combini le due visuali, includendo quelle questioni di sostenibilità che sono rilevanti
▪️ sia dal punto della financial materiality,
▪️ sia della dell’impact materiality.
Quindi nella rendicontazione di sostenibilità è necessario focalizzarsi sulle informazioni che davvero possono essere utili per l’interlocutore e che sono necessarie per far comprendere ai terzi le strategie, i rischi e le azioni poste in essere ESG.
La materialità però non è da intendersi solo nella fase rendicontativa in termini di numero di informazioni fornite, ma deve essere effettuata in termini di:
– modello aziendale, strategia e rischi principali;
– settore;
– stakeholders;
– impatto dell’attività;
– politiche pubbliche e stimoli normativi.
PROCESSO DI DETERMINAZIONE DEI TEMI MATERIALI |
Al fine di una corretta e trasparente informativa è necessario che venga descritto il processo seguito per la determinazione dei temi materiali.
Tale processo si articola in alcune fasi:
1) desk analysis che considera le migliori prassi, le norme di riferimento e una benchmark analysis basata sui competitors. Tale fase permette di identificare un insieme molto ampio e dettagliato dei possibili temi;
2) internal review finalizzata a effettuare una prima valutazione dei temi per quanto riguarda la coerenza con gli obiettivi strategici;
3) external review che utilizza focus group e altre modalità di coinvolgimento degli stakeholders;
4) definizione della matrice di materialità e conseguente identificazione dei temi materiali sulla base del posizionamento relativo su di essa.
Per ogni tema materiale l’impresa deve descrivere gli impatti positivi e negativi, effettivi e potenziali, sull’economia, sull’ambiente e sulle persone, inclusi quelli sui diritti umani di quest’ultime.
In dettaglio essa deve:
a) rendicontare se l’organizzazione è coinvolta negli impatti negativi attraverso le sue attività o come conseguenza dei suoi rapporti di business, e descrivere le attività o i rapporti di business;
b) descrivere le policy e gli impegni presi rispetto al tema materiale;
c) descrivere le azioni intraprese per gestire il tema e gli impatti correlati, includendo:
– le azioni volte a prevenire o mitigare i potenziali impatti negativi;
– le azioni volte ad affrontare gli impatti negativi effettivi, comprese le azioni volte a fornire o a contribuire a fornire una soluzione;
– le azioni volte a gestire impatti positivi effettivi e potenziali;
d) rendicontare le seguenti informazioni sul monitoraggio dell’efficacia delle azioni intraprese:
– processi utilizzati per tenere traccia dell’efficacia delle azioni;
– obiettivi e indicatori utilizzati per valutare i progressi;
– l’efficacia delle azioni, compresi i progressi raggiunti rispetto agli obiettivi e ai target;
– lezioni apprese e come queste siano state incorporate nelle policy e nelle procedure
operative dell’organizzazione;
e) descrivere come il confronto con gli stakeholder abbia condizionato le azioni intraprese e la loro efficacia.
MATERIALITÀ E SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS (SDGS) |
La definizione della materialità dei temi di rendicontazione è sempre più influenzata dai temi impellenti legati agli obiettivi 2030 delle Nazioni Unite (gli Sustainable Development Goals – SDGs).
In altri termini, la definizione dei temi materiali, oltre a considerare le due visuali
✓ interna
✓ ed esterna,
considera anche i macro-obiettivi generali individuati dall’ONU attraverso i 17 goals per lo sviluppo