CESSIONE BONUS EDILIZI: LE POSSIBILI SOLUZIONI AL BLOCCO

Il 20/02/2023 si è tenuto un incontro tra Governo e Associazioni del settore edilizio e bancario al fine di dirimere il “blocco” alla cessione dei crediti da bonus edilizi a seguito dell’emanazione del DL 11/2023 (in vigore dal 17/02/2023).

Il blocco delle cessioni dei crediti: come noto, tale decreto è nuovamente intervenuto sul regime delle cessioni dei crediti per i bonus edilizi. In particolare, con modifica dell’art. 121, DL 34/2020, è stato disposto che:
1. la possibilità di fruire dello sconto in fattura/cessione del credito secondo le regole previgenti viene limitata alle sole spese relative a lavori per i quali titoli abilitativi sono stati richiesti prima del 17/02/2023
2. viene nuovamente disciplinata la responsabilità solidale dell’acquirente
3. le pubbliche amministrazioni non possono più essere cessionarie dei bonus edilizi.

In particolare, l’art. 2 dispone quanto segue:
A) in generale, a decorrere dal 17/02/2023, per gli interventi di cui all’articolo 121, co. 2, DL 34/2020, non è consentito l’esercizio delle opzioni per la cessione del credito o sconto in fattura
B) in deroga: tale divieto non opera (e, dunque, il credito potrà essere ceduto anche post 17/02/2023) in relazione alle opzioni relative alle spese sostenute per i seguenti interventi:

b.1) di cui all’articolo 119 del DL 34/2020 (Superbonus): per i quali fino al 16/02/2023:
a. per gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini: risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA-S), ex art. 119, co. 13-ter, DL 34/2020
b. per gli interventi effettuati dai condomini: risulti:
1. adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori
2. e risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILAS)
c. per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici: risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo.

Nota: il legislatore è intervenuto in modo analogo rispetto a quanto realizzato per la proroga del Superbonus limitata dal Decreto Aiuti-quater (il riferimento iniziale al 25/11/2022 è stato, poi, reso più articolato in sede di conversione in legge del DL).


b.2) altri bonus edilizi: per i quali fino al 16/02/2023:
a. risulti presentata la richiesta del titolo abilitativo (SCIA o CILA): ove necessario
b. per gli interventi per i quali non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo: siano già iniziati i lavori;
c. per l’acquisto di unità in edifici interamente ristrutturati (art. 16-bis, co. 3, Tuir): risulti regolarmente registrato il contratto preliminare o stipulato il contratto definitivo di compravendita dell’immobile.

LE POSSIBILI SOLUZIONI
Le associazioni più rappresentative del settore edilizio e bancario hanno tenuto un incontro col Governo lo scorso 20/02/2023, nel quale quest’ultimo ha indicato la disponibilità a proporre dei correttivi al D.L. durante l’iter parlamentare di conversione in legge.

Le richieste delle associazioni di categoria si possono riassumere come segue:
• posticipare la data in cui scatta lo stop alle cessioni, attualmente fissata al 16/02/2023
• concedere la possibilità, al sistema bancario, di andare oltre l’attuale sistema di compensazione dei crediti da bonus edilizi:
– oltre alla ordinaria compensazione nel mod. F24 dei propri debiti tributari (da effettuare in via prioritaria)
– le banche potrebbero non riversare all’Erario gli importi dei mod. F24 che i clienti presentano (per il pagamento delle proprie imposte) tramite il sistema bancario, compensandolo con i “nuovi crediti da bonus edilizi” che andrebbero ad acquisire dal 17/02/2023.

Relativamente alla prima soluzione, questa impatta direttamente sui saldi della finanza pubblica, già gravata dalla mole di debito accumulata per i lavori pregressi. Pertanto, la questione va posta al Parlamento, al fine di adottare, nei limiti del possibile, una soluzione equilibrata.

Relativamente alla seconda richiesta, si tratta di una soluzione che permetterebbe alle banche di riprendere l’acquisto dei crediti e, quindi, di sbloccare buona parte di quelli attualmente fermi nei cassetti fiscali di contribuenti ed imprese.

Su tale ultima proposta il Governo ha mostrato aperture. In una nota, ha fatto sapere che c’è la volontà di individuare “norme transitorie al fine di fornire soluzioni nel passaggio dal regime antecedente al decreto a quello attuale, tenendo conto della situazione delle imprese di piccole dimensioni e di quelle che operano nelle zone di ricostruzione post – sisma”, che potrebbero risultare privilegiate, nelle attese modifiche.

In particolare, i dossier che i tecnici del Mef stanno attualmente affrontando riguardano, principalmente:
• il possibile intervento di Sace, che potrebbe rafforzare le garanzie pubbliche
• per lo smaltimento dei crediti incagliati ci sono le seguenti proposte:
– la cartolarizzazione dei crediti: si tratta di uno strumento “di mercato” che, al momento, appare accantonata per i tempi lunghi che richiede
– la seconda: è la possibilità, per le banche, di compensare, in prima battuta, i crediti già acquisiti (in via ordinaria) e, successivamente, estendere tale possibilità anche ai mod. F24 presentati agli sportelli dai clienti, che si configura quale strumento “di finanza pubblica”.

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